INTERVISTA A SANDRO PERAZZA, PRESIDENTE DEL ROMA CLUB TREVISO DINO DA COSTA

INTERVISTA A SANDRO PERAZZA, PRESIDENTE DEL ROMA CLUB TREVISO “DINO DA COSTA”

Una vita in giallorosso, trascorsa tra Roma e il veneto, il trasferimento per lavoro e la nascita del Club. Abbiamo intervistato il grande Presidente del Roma Club Treviso, Sandro Perazza, parlando di passato presente e futuro. Ci siamo fatti raccontare, davanti ad un caffè, tutti gli aneddoti del Club, dalla nascita allo sviluppo, dai momenti più difficili alle soddisfazioni più belle, fino alla finale di Conference League seguita in sede da più di 80 persone. Buona lettura e sempre Forza Roma!

Presidente dove nasce? In che quartiere? E perchè tifa Roma?

Nasco a Roma, Quartiere San Giovanni, tanti anni fa

Vivo il Quartiere fino all’inizio delle scuole superiori. Le elementari nell’Istituto San Filippo Neri, gestito dai sacerdoti dell’Ordine di Don Orione. Amore a prima vista con il calcio. I primi calci al pallone proprio nel campo dell’Istituto. Le scuole medie vicino casa e poi le scuole superiori in zona Colosseo, Colle Oppio.

A trecento metri da casa c’era un bar di accesa fede giallorossa, proprio sulla via Appia. Quando arrivavano da Napoli i tifosi partenopei trovavano le Forche Caudine nei pressi del bar. A volte ci scappava una scazzottata ma niente di più. La curiosità su quegli anni: un cugino che giocava nelle varie giovanili locali (dove anche la Roma andava a pescare qualche probabile talento) aveva un compagno di squadra molto bravo… questo era Giancarlo De Sisti… Gli amici in gran parte romanisti ed è fatta. Così nasce la fede. Allo Stadio non perdevo un derby e ci scappava anche qualche partita con Juventus e l’Inter (economicamente non mi potevo permettere molto di più).

Primi anni in Veneto, età? Lavoro?

Trasferito da Messina, arrivo in Veneto nell’aprile del 1974 nella Filiale di Padova del Banco di Roma. Tre anni molto belli a Padova. Imparo a conoscere l’iniziale diffidenza del veneto rispetto all’apertura iniziale di noi romani e di tutto il sud.

Non mi dilungo su questa esperienza. Ricordo solo che quando partimmo per Bari, nuova destinazione nel mio lavoro, io e mia moglie ci dicemmo che “non sarebbe male tornare in questa regione magari per passarci la nostra vecchiaia”

Come vive/viveva la Roma distante da casa?

Anche se il lavoro, molto impegnativo, mi lasciava pochi spazi, tutte le domeniche ero incollato alla radio per seguire le partite.

Il “pallone” era sempre la mia passione. Seguivo la Squadra della Banca nei tornei interbancari fremendo per non poter essere in campo con i ragazzi.

Come scopre/avvia il Roma club Treviso?

2001. La Roma di Capello ha vinto lo scudetto. L’entusiasmo contagia anche i romani che sono in Veneto.

Un amico moglianese, veneto, ma tifoso romanista mi dice che un suo conoscente di Treviso gli ha proposto di costituire un Club. Il mio pensiero va subito alle scritte che avevo visto appena giunto da queste parti “fora i romani dal veneto” (Capii subito dopo che non si riferivano ai romani in quanto tali, ma alla romanità dei palazzi…). Sarà dura, pensai, ma perché non provare?

Noi tre ci riunimmo in un bar a Mogliano Veneto e cominciammo ad esaminare i passi da fare. Contatti con l’A.i.r.c., con la Società, coinvolgemmo la stampa locale e fissammo un incontro con tutti i tifosi interessati in un Ristorante/Pizzeria a Monigo di Treviso. Il gestore, romanista anche lui, non poteva dedicarci una sala e così approdammo ad un bar vicino (“La Fontanella”) che ci dedicò uno spazio ricavato nella zona esterna, con pareti mobili che dovevano essere rimosse per il periodo estivo. Ogni anno traslocavamo le nostre bandiere, i nostri cimeli, il televisore e tutta l’attrezzatura al piano superiore del bar. Lo facevamo volentieri perché i gestori del bar, Vinicio e Giovanna, erano molto bravi sia come baristi che come cuochi. Tante infatti le spaghettate prima delle partite serali. E poi stavano diventando romanisti anche loro!

Dopo i primi quattro anni, co-fondatore del Club, sono stato eletto Presidente e riconfermato fino al 2017.

Ci sono stati periodi turbolenti?

Si sa, la tifoseria nel calcio è molto varia. Trovi il più tranquillo, quello spiritoso e purtroppo anche quello più esagitato… il clima si faceva caldo, in particolare ferrea è stata la mia lotta alla bestemmia. Alla fine, abbiamo perso una decina di personaggi, ma abbiamo riacquistato la presenza di Soci con i loro figli.

Poi c’è stato un cambio da A.I.R.C. ad U.T.R….

Esatto, dopo diversi anni, non soddisfatti dell’affiliazione all’A.I.R.C. siamo passati all’U.T.R. Molto buono il rapporto con questo “super Club”!

Grazie a vari indirizzi forniti dal Presidente dell’U.T.R., nel 2011 riuscimmo a contattare Dino Da Costa e Fabio Enzo. Festeggiammo il decennale del Club in una prestigiosa Villa Veneta e i due campioni furono nostri ospiti. L’amicizia con loro continuò nel tempo a tal punto da essere quasi sempre presenti alle nostre feste.

Torniamo alla collaborazione con l’UTR. Il nostro striscione è spesso sugli spalti dell’Olimpico, portato dai Soci che ne fanno richiesta. Veniamo autorizzati ad incontrare la Squadra in occasione delle trasferte vicine come Udine e Verona.

Il dvd che ho preparato per il Decennale del Club racconta tutto ciò, con particolare risalto all’allegria che ha animato i nostri incontri.

Ulteriori sviluppi?

Nel 2012 il titolare della struttura che ci ospitava scelse un meritato riposo per cui cambiò gestione. Inizialmente tutto bene, ma la scarsa dimestichezza con il mestiere da parte dei subentranti man mano si fece sentire.

Alla fine del mio secondo mandato (siamo quindi nel 2014) ritenni giusto farmi da parte. In ogni Ente, Azienda o Associazione l’alternanza nei ruoli porta sempre nuove energie e nuove idee.

Mi sembrava giusto lasciare spazio a soci più giovani e desiderosi di darsi da fare.

Il nuovo corso comincia bene. Viene affrontato e risolto il problema della sede. Come già detto il subentrante non si era dimostrato all’altezza per cui occorreva trovare un’altra sede. I ragazzi si danno da fare, viene trovata un’altra soluzione e ci trasferimmo ad Olmi di San Biagio, albergo/ristorante/pizzeria “Pura Vida” portandoci dietro tutte le nostre cose, mega televisore compreso. Anche qui si partì bene, ma piano piano, inspiegabilmente, il Club comincia a perdere iscritti. Al termine del mandato 2014/2017 raggruppo un gruppo di soci, formiamo un nuovo Consiglio Direttivo e ripartiamo.

E’ questo il mio terzo mandato che è scaduto nel 2020 e poi rinnovato ancora fino ad oggi.

Quanti iscritti?

Al termine del 2002 superammo i 140 iscritti!!! Passato l’entusiasmo iniziale il numero degli iscritti ha oscillato tra i 98 ed i 65. Molto spesso l’andamento degli iscritti segue l’andamento della Squadra. Oggi

oscilliamo tra i 60 e gli 80. Con la pandemia forse abbiamo perso qualcuno. Ma con l’arrivo di Mourinho è tornato l’entusiasmo e…qualche ex iscritto!

Diadora brand Veneto era sponsor della Roma e di Totti. C’è stato mai un contatto?

Si certo. Aprile 2002. La Roma viene a Venezia per giocarsi lo scudetto. La sera prima della partita è prevista una festa allo stabilimento della Diadora. Lo sponsor provvede a ricevere dirigenti e giocatori della Roma e dopo averli accompagnati all’albergo li porta appunto nella sede principale. Una folta rappresentanza del Club è ammessa all’evento. Arrivano Spalletti ed i giocatori. Mamma mia, salvo Panucci, sembrano tutti ragazzini!

Molte le foto che ci ritraggono, ma eccezionale è quella scattata sotto un capannone completamente coperto da un grande telo giallorosso.

Arriviamo ad oggi, come vede il club?

Come già detto siamo circa 80. L’età varia dall’ultra ottantenne ai figli di alcuni iscritti (15/16 anni).

La maggior parte sono, come me, romani che per lavoro si sono trasferiti nel trevigiano, ma non mancano i veneti. Sempre importante è la presenza di avieri romani in servizio all’Aeroporto militare.

Tanti gli eventi che abbiamo organizzato. Tra tutti spiccano il Decennale con la partecipazione di Dino Da Costa e Fabio Enzo, i rappresentanti dell’U.T.R. e, per ultimo, la grande festa del 19 maggio 2019 quando, sempre in una prestigiosa Villa Veneta, abbiamo intitolato il Club a Dino Da Costa. Parteciparono il Sindaco di Mogliano Veneto e l’Assessore alla Cultura, il Parroco dell’Arcipretale, il Direttore del giornale on-line “Il Nuovo Terraglio” e gli amici del Roma Club Trentino e del Roma Club di Trieste. Telegrammi e messaggi dalla Società (che inviò anche una maglietta intitolata a Da Costa), dal figlio del grande Presidente Dino Viola, dall’UTR e da vari Club.

Circa le sedi che ci hanno ospitato, dopo le prime due che ho citato in precedenza, siamo ora in località Le Grazie di Preganziol sempre con il nostro mega televisore al seguito!

Poco dopo il nostro insediamento è scoppiata la pandemia per cui non ci siamo ancora organizzati su come allestire la sala in occasione delle nostre riunioni.

Programmi per futuro? obiettivi?

Programma immediato è la nuova sciarpa. Prima possibile vorremmo festeggiare il Ventennale del Club, rimandato causa COVID. Sto preparando un dvd sui nostri incontri con Dino Da Costa e Fabio Enzo.

È stato rinnovato il Consiglio Direttivo, confermato il Presidente L’ UTR ha chiesto ai Club di raccontare la loro storia….
Insomma gli impegni sono tanti.

Vorrei infine fare quello che non è stato possibile fare durante la pandemia. Non abbiamo potuto partecipare alle esequie di Da Costa e di Enzo. Appena possibile vorrei che una piccola delegazione del Club si recasse sulla tomba dei due campioni e lasciasse la sciarpa del Club sulla tomba stessa.

Parliamo di obiettivi. A mio avviso l’obiettivo primario è quello di riavvicinare al Club tutti quelli che, per varie ragioni, non lo frequentano più.

Pensa che si possa fare di più per il club?

Certamente. Sono sempre convinto che forze nuove potranno sempre portare nuove idee e proporre nuove iniziative. Mi rendo conto che i Soci più giovani sono impegnati nel lavoro e nel costruire la propria famiglia. Ma chi riesce a ritagliare un po’ di tempo alle proprie occupazioni ed ha voglia di fare potrà certamente

contribuire a far crescere il Club mantenendo l’attuale clima di amicizia e serenità anche nelle situazioni più difficili per la Magica. Riproverò a farmi da parte per il nuovo quadriennio contando appunto sui più giovani.

Intanto continuiamo a godere dell’era Mourinho. Ero convinto ci saremmo divertiti e i risultati si sono visti già al primo anno! In occasione della Finale eravamo più di 80 persone al Club. Moltissimi anche di passaggio, persone che erano per lavoro in trasferta a Treviso e che ci hanno rintracciato sulle pagine social per poter vedere la partita insieme, godendo del clima stadio e della compagnia. È stata una bella emozione, ho visto tanti ragazzi commossi. Avevo fatto preparare 3 tiramisù con lo stemma… per fortuna è andata bene e a fine partita il dolce non è andato storto, ma mangiato tutto

Come si vive la roma distante dall’Olimpico?

Stando a Roma la frequentazione dell’Olimpico avverrebbe più spesso. Lo spettacolo dell’Olimpico prima e durante la partita è unico.

Ci riconsoliamo trasformando la nostra sede in uno spicchio di stadio durante la visione delle partite della Roma.

Concludendo: le manca la città? Se si cosa in particolare?

Roma è la mia città. L’ho vissuta intensamente da ragazzo, da lavoratore, da marito e da padre. Quando vado a Roma mi si riempie il cuore di gioia. Però dopo una settimana non vedo l’ora di tornarmene a casa.

La città è degradata. È insicura. Purtroppo non vedo luce in fondo al tunnel. Con tutta la buona volontà, qualsiasi nuova Amministrazione avrà un compito quasi impossibile fintanto che le leggi e la politica non riusciranno a restaurare il rispetto della legalità.

Mi mancano i monumenti, le passeggiate serali in centro, le scampagnate fuori porta. Ma forse sono cose che non troverei più se dovessi tornare a vivere a Roma. Sono passati 49 anni da quando ho lasciato Roma. Forse le cose che mi mancano non esistono più.

Grazie Presidente per tutta la passione e l’impegno! Forza Roma

Articolo di: Alessandro Sciommeri